“Intervista a:” è un format pensato per raccontare la realtà attraverso un unico filo conduttore: le stesse cinque domande rivolte a persone diverse. Professionisti, creativi, imprenditori e voci fuori dal coro rispondono con la propria prospettiva, creando un mosaico di idee, esperienze e visioni. Ogni intervista è un tassello di un racconto collettivo che ci permette di cogliere analogie e differenze, punti di vista inaspettati e riflessioni condivise.
Questa è la domanda delle domande. A cui sono state date decine di autorevoli risposte. Come tutte le situazioni con una certa complessità non è possibile infatti dare ricette facili o generalizzazioni miracolose e risolutrici.
Sulla base della mia esperienza e tra tutte le analisi che ho letto in questi mesi ritengo che gli aspetti più rilevanti siano i seguenti:
– Non esiste una crisi “del mercato vino”, esiste una crisi, anche forte, di certe tipologie di vini e di modalità di consumo che non sono più allineate con i bisogni e gusti delle generazioni POST BOOMER. Il mondo boomer come l’abbiamo conosciuto, ovvero un lunghissimo dopoguerra che si portava dietro alcuni status quo, sta finendo insieme a questa generazione che tra 15 anni avrà lasciato il pianeta. Se tutto sta cambiando, dalla geopolitica in giù, perché il mercato del vino non dovrebbe evolversi? Non sono neanche d’accordo con chi dice che i giovani GEN Zers non bevano vino, chi lo dice non ricorda se stesso giovane che a 18 anni andava in birreria. Certo, credo che il vino gli vada proposto attraverso esperienze di consumo decontestualizzate dalla visita in cantina “classica”. Il vino lo bevono eccome se in un contesto divertente, magari con musica, o nella natura. Insomma desacralizziamo senza paura e i giovani arriveranno.
– Preferisco parlare di crisi climatica piuttosto che di cambiamento climatico. Il problema sta nella velocità e ampiezza del cambiamento. Qui più che pensare a soluzioni estreme , tipo piantare a 1000 mt o cose del genere (buona fortuna con le gelate e le grandinate), va fortemente ripensato il vigneto italiano rinunciando ad impianti collocati fuori da zone storicamente vocate e a produzioni molto spinte. Ma questo non può che avvenire nel corso di almeno un decennio. Ci penseranno gli eventi naturali e climatici a convincere consorzi e mondo della produzione, mettendoli davanti a scelte “do or die”.
Piccole meccanizzazioni robotizzate (unmanned) programmabili e gestibili da remoto, soprattutto per la parte relativa ai trattamenti ed ad alcune operazioni sul terreno.
Sdoganare il vino come componente interessante ed originale per la mixology.
Un futuro sempre più demistificato e legato alla scoperta di luoghi, integrato pienamente nelle attività ed esperienze, sia di residenti che dei turisti di passaggio.
Antonella Manuli
Imprenditrice cresciuta tra l’Italia, la Svizzera e gli Stati Uniti, finisce gli studi universitari in California, dove incontra e condivide i valori dell’Organic Movement.
In Italia lavora in ambito revisione dei conti e finanza, prima di approdare in Maremma Toscana e seguire il Terme di Saturnia Spa Resort. Nel frattempo, innamoratasi del territorio e delle sue originali caratteristiche ambientali, storiche e paesaggistiche, ricerca i terreni che oggi costituiscono la fattoria biodinamica La Maliosa che produce vini naturali, olio evo e miele. Con l’agronomo e ricercatore Lorenzo Corino ha sviluppato il progetto vitivinicolo, consolidando e facendo crescere insieme a lui delle tecniche agronomiche e fortemente innovative per una sempre maggiore sostenibilità delle produzioni vitivinicole e olivicole, ora codificate con il nome di METODO CORINO.
Collabora con Lorenzo Corino in numerosi progetti di divulgazione culturale e formazione. E’ stata editor del libro di Corino “L’Essenza del vino e della viticoltura naturale” e co-autore del saggio “La biodinamica vegetale, il futuro del vino naturale”, pubblicato da Fondazione Istud – Mondadori Università.
E’ docente e relatrice a numerosi corsi e convegni a livello nazionale e internazionale, dedicati al tema della sostenibilità nel mondo del vino e dell’agricoltura.