Il nodo centrale è la tenuta sostenibile dell’intero sistema produttivo, oggi fortemente sollecitato da dinamiche strutturali come il cambiamento climatico. Se dazi e instabilità dei mercati rappresentano criticità importanti ma transitorie, è il riscaldamento globale a generare trasformazioni profonde nella viticoltura: modifica i tempi di vendemmia, incide sulle varietà coltivabili e influenza il profilo sensoriale dei vini. Allo stesso tempo, il settore deve affrontare una competizione internazionale sempre più intensa, che impone filiere più solide, una maggiore consapevolezza dei rischi e un deciso investimento in innovazione, digitalizzazione e competenze per assicurare standard elevati di qualità, trasparenza e flessibilità.
Una domanda importante per il futuro del settore potrebbe essere: “In che modo l’intelligenza artificiale e l’innovazione tecnologica possono rafforzare la competitività del vino italiano sui mercati internazionali?”
Per affrontare la complessità attuale, serve una nuova infrastruttura competitiva: l’applicazione dell’AI in viticoltura, logistica, gestione dei dati e marketing può aumentare l’efficienza, valorizzare le identità locali e favorire l’accesso a nuovi mercati. Allo stesso tempo, non dobbiamo dimenticare che i giovani non cercano solo tecnica, ma anche esperienze leggere, inclusive e sociali: è su questi piani che il vino deve ripensare il proprio racconto, il proprio linguaggio e i propri canali.
Uno dei maggiori ambiti di crescita risiede nell’integrazione tra vino, turismo e identità culturale dei territori: il vino rappresenta uno strumento autentico per promuovere esperienze, connessioni e racconto del luogo d’origine. Tuttavia, resta ancora ampio lo spazio di miglioramento sul fronte della customer experience, della narrazione e della capacità di accogliere il visitatore, in particolare per attrarre un pubblico internazionale e generazioni più giovani, sempre più attente a valori, storie e modalità d’acquisto innovative.
Un ulteriore fronte critico riguarda la formazione imprenditoriale e digitale nel settore vitivinicolo: molte aziende dimostrano grande eccellenza sul piano produttivo, ma incontrano difficoltà quando si tratta di comunicare il proprio valore, strutturare una strategia commerciale efficace o posizionarsi in modo competitivo sui mercati esteri.
Immagino un futuro in cui il vino sappia essere buono, sano, accessibile e giusto. Un vino che rispetti la terra e il lavoro di chi lo produce, che sia trasparente nella filiera e etico anche nel prezzo, senza perdere qualità.
Un vino che non sia solo da intenditori, ma parte della quotidianità, di un’esperienza sociale, leggera, inclusiva, capace di creare relazioni e momenti condivisi.
Il futuro del vino passa dalla sua capacità di evolvere: unire radici profonde a strumenti nuovi, raccontarsi meglio, parlare a pubblici diversi, e rispondere alle sfide contemporanee – senza snaturarsi. Un vino che, in definitiva, continui ad avere un’anima vera.
Sara Missaglia
Giornalista, Sommelier, Degustatore Ufficiale e Relatore dell’Associazione Italiana Sommelier è milanese DOCG (Ambrogino d’oro 2018) e ama la Valtellina. Racconta di vino e dintorni per alcune riviste e testate giornalistiche, collaborando alla redazione delle Guide Vitae e Viniplus. È autrice del libro “Valtellina. In alto i calici”. Esperta di comunicazione, è wine educator in ambito enogastronomico, Degustatore Esperto della Regione Lombardia e collabora con la Scuola di Enologia della Fondazione Edmund Mach.
È inoltre commissario degustatore in alcuni concorsi sul territorio nazionale e organizza eventi per la diffusione e la promozione della cultura del vino. Si occupa infine di copywriting e naming design nel marketing e nella comunicazione social e web. È responsabile del progetto web Wine & Affine. Vive a Milano dove è nata ma, appena possibile, lascia la city e torna sempre in vigna.